giovedì 5 maggio 2011

CESARE BASILE - Sette Pietre per Tenere il Diavolo a Bada


CESARE BASILE
Sette Pietre per Tenere il Diavolo a Bada
(Urtovox)

Questo disco - lo dico subito - è uno dei più interessanti album di cantautorato italiano uscito negli ultimi tempi. E la cosa più importante è che non abbiamo a che fare con un cosìdetto big, ma con un artista sempre rimasto nell'underground che dovrebbe esser preso a modello, per onestà e capacità artistica, dai giovani emergenti.
Del resto Cesare Basile non è un autore noto ai più, ma la sua carriera musicale è tanto varia, ricca di esperienze. Alle spalle di questo nuovo lavoro ci stanno scelte artistiche (ad esempio l'esclusione della batteria a favore di percussioni sparse, oppure l'assenza quasi totale di chitarre elettriche) e scelte personali di vita (sopratutto il ritorno a Catania, la città natale, forse un tentativo di elaborare il sentimento conflittuale d'amore-odio che l'autore nutre per essa) che hanno inevitabilmente influenzato la scrittura e le atmosfere dell'album.

E così i versi si dispiegano nella loro eleganza e misuratezza a descriverci storie di condanne senza assoluzioni, macabre danze vermiformi, dolci serenate d'amore, preghiere e canti popolari.
Impossibile non notare una certa influenza del cantautorato classico italiano: anzitutto il binomio De Andrè-Bubola (Sette Spade è l'esempio più eclatante), ma anche, sparsi qua e là, De Gregori (Questa Notte l'Amore a Catania) e, magari, Claudio Lolli (L'ordine del Sorvegliante).
Ma non mancano, certamente, atmosfere esterofile, che richiamano la colta murder-ballad nick-cave-style (La Strofe della Guaritrice) o l'ombroso country-folk di Lanegan (L'Impiccata).
Aggiungiamo poi un trittico di ballate folk siciliane e abbiamo tutti gli ingredienti per un album che, pur ricco di rimandi e di atmosfere, fa della coerenza uno dei propri cardini estetici.

Voto: 7,5/10
13thSpaceman



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