lunedì 22 agosto 2011

JAKSZYK, FRIPP & COLLINS - A Scarcity Of Miracles ( A KIng Crimson Projekct)


JAKSZYK, FRIPP & COLLINS
A Scarcity Of Miracles (A King Crimson ProjeKct)
(DGM)

Giuro, iniziavo a perdere le speranze in una nuova uscita dei King Crimson; otto anni di silenzio discografico sono bastevoli a far pensare che ormai quella sia una storia chiusa.

Per cui, ammetto di essere stato piacevolmente sorpreso, sulle prime, incappando in questo disco. Acquisto immediato, naturalmente, come il dogma di fede crimsoniana esige.
Non trattasi, alla fin fine, di una vera e propria uscita del gruppo – ma, suvvia. Due dei tre compositori sono nomi noti al pubblico crimsoniano, mentre Jakszyk è parte della line-up della 21th Century Schizoid Band.
Per non parlare di Tony Levin al basso.
Non per nulla l'uscita è indicata, appunto, come un ProjeKct, quei sottogruppi che Fripp volle far nascere fra la fine dei '90 e l'inizio del 2000, come ispirazione al gruppo-madre.

Devo ammettere anche di aver avuto aspettative notevoli, per questo disco.
Ok, i King Crimson non producono nulla di veramente fulminante dagli '80, ma erano, fino ad ora, riusciti comunque a mantenere un livello più che dignitoso, salvo qualche occasionale caduta.

Ma qui, qui si parla di tutt'altro.
La schizofrenia e la tensione che percorrevano la musica del gruppo almeno almeno da Larks Tongues, sembrano scomparse nel nulla – non ce n'è la minima traccia.
E' un disco completamente rilassato, tranquillo, moscio; frippertronics ambient, ritorno alla batteria acustica, basso nella norma, sax di rifinimento. Per non parlare di quanto mielosa suoni la voce di Jakszyk.
Sembra quasi un recupero della forma canzone per trasponderla in versione crimsoniana del terzo millennio; un progetto, ammetterò, stuzzicante, ma che, al momento, fallisce in maniera miserabile.

Noia, noia, noia; solo la title-track e The Other Man ci regalano qualche emozione, il resto dei pezzi sono piatti, degni di nota solo in qualche fugace passaggio.

In sostanza – concettualmente interessante, praticamente mediocre.
Un disco di transizione? Si spera, sì; una migliore evoluzione dell'idea di base sarebbe qualcosa di oltremodo intrigante. Per ora, tuttavia, non è un disco consigliabile.
Attenderò in fede di sentire qualche altra nuova di qualche altra uscita.

Voto:5,5/10
Laolet

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