martedì 23 agosto 2011

VINICIO CAPOSSELA - Marinai, Profeti e Balene


VINICIO CAPOSSELA
Marinai, Profeti e Balene
(La Cupa/Wea)

E' la nostalgia e la condizione umana il tema del nuovo disco di Vinicio Capossela Marinai, Profeti e Balene, uscito lo scorso Aprile.
Per tracciare un unico percorso in un labirinto così mastodontico ci voleva come minimo un doppio album. L'attesa non è stata delusa dal nostro, che, pienamente giustificato dalla dura impresa che si è proposto, ha rievocato coautori di tutto rispetto quali Melville, Omero, Celine, Conrad.
I due dischi, pur trattando le stesse tematiche, sono distinti in base a una prospettiva geografica: il primo è il disco dell'Oceano - di Moby Dick e Achab, per capirsi -, il secondo è il disco delle terre mediterranee - di Odisseo e del Ciclope -.
In questo marasma di personaggi, di autori e di citazioni, Vinicio fa la parte dell'umile aedo che racconta storie la cui portata universale trascende i singoli particolari contenutistici e anche le sue stesse forze.
Grandi Leviatani, Polpi, Sirene, Balene assieme al biblico Giobbe, Achille e Billy Bud: vasti scenari su cui si stagliano uomini che vivono i travagli di storie che, per quanto singolari, rappresentano il cammino che ogni uomo compie tra il niente che era e il niente che sarà - come dice il Canto delle Sirene -.

Dal punto di vista musicale l'attenzione per l'orchestrazione globale è tale da sembrare quasi maniacale: tra i solchi è possibile scorgere le onde o rumori che evocano l'incedere di Moby Dick. Affascina la capacità e la maestria con cui Capossela riesce a trovare una arrangiamento evocativo e perfettamente misurato per ogni canzone. Si percepisce, di conseguenza, nettamente la differenze tra le atomosfere del primo disco, tutto sospeso tra blues, flok americano e irlandese, dilatate ballate al piano, e il secondo disco, tanto meditaranneo da ricordare quasi in alcuni passaggi Creuza de Ma di De Andrè.
Marinai, Profeti e Balene rimane comunque un disco dal difficile ascolto, che ci richiede uno sforzo notevole, come se il disco ci recitasse le battute di uno spettacolo teatrale che sta a noi mettere in scena.
Vinicio compone una bella antologia di testi letterari e attraverso la sua preziosa reinterpretazione riesce a costruire ponti sulla via della definizione di quella che è la condizione universale dell'essere umano: sempre sospeso tra scelta e colpa, delitto e castigo, santità e bestialità, volontà di determinarsi e paura di smarrirsi.

Voto:8/10
13thSpaceman

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